Storia della traduzione in Europa nel Rinascimento

Titolo in inglese: History of translation in european Renaissance
Sigla/Acronimo:
Data avvio: 2013
Responsabile (DiSLL): Ivano Paccagnella
Collaboratori (DiSLL): Gianfelice Peron, Anna Bettoni, Alessandra Petrina
Collaboratori (non DiSLL): B. Richardson, Ronnie Ferguson, Jean-Louis Fournel, Elsa Kammerer, Romain Descendre, Jean-Claude Zancarini, Jan Dirk Müller, Jochen Hafner
Ambito disciplinare:   
SSD:   
Sito web:   
Lingua/Lingue: Italiano, francese, inglese, tedesco, spagnolo

  Riassunto

1.
Gli studi sulla traduzione sono stati per molti aspetti una branca caratteristica degli studi linguistici e letterari degli ultimi cinquant’anni.
Non è certo il caso di riassumere o riprendere alcuno di questi studi ma si vorrebbe applicare questo metodo di indagini a partire dal capitale (e a nostro avviso tuttora insuperato) lavoro di G. FOLENA, Volgarizzare e tradurre, Torino, Einaudi, 1991 e dalla sua affermazione che
[...] all’inizio di nuove tradizioni di lingua scritta e letteraria, fin dove possiamo spingere lo sguardo, sta molto spesso la traduzione: sicché al vulgato suberbo motto idealistico in principio fuit poëta vien fatto di contrapporre oggi l’umile realtà che in principio fuit interpres, il che significa negare nella storia l’assolutezza o autoctonia di ogni cominciamento.
Si vorrebbe, dunque, applicare questa metodologia non tanto ai volgarizzamenti due-trecenteschi dai classici greco-latini (su cui tanto lavoro è già stato fatto: basterebbe ricordare, per l’area italiana, il corpus dei volgarizzamenti raccolto dal gruppo DiVo a Firenze) o alle traduzioni umanistiche, in specie dal greco (anche qui si potrebbe rinviare al recente volume curato di L. Bernard-Pradelle e C. Lechevalier, Traduire les Anciens en Europe du Quattrocento à la fin du XVIIIesiècle: d’une renaissance à une révolution?, Paris, PUPS, 2012), quanto ai testi “costitutivi” il canone letterario delle diverse nazioni e lingue europee nel Rinascimento (inteso in ampia escursione cronologica fra la fine del Quattrocento e la metà del Seicento). Con una “appendice”, che dovrebbe riguardare testi «in volgare» anche trecenteschi: per un esempio di area italiana, basti pensare a Petrarca o al Decameron (tradotto in francese già nel 1414, nel 1485 e nel 1545 da Le Maçon).
La traduzione ha un ruolo fondamentale nella storia delle trasformazioni, rimodellamenti, relazioni intertestuali che caratterizzano la cultura euopea.
2.
Il presupposto di questo progetto è il convincimento che l’unità culturale europea si costituisca in epoca umanistica e rinascimentale sulla diffusione e circolazione in traduzione di un numero tutto sommato limitato (non ovviamente minimo ma neppure enorme) di “grandi opere” di ogni nazione.
Si cercherà di esemplificare – senza pretesa di completezza o precisione, in questa sede - sull’area italiana (anche sulla scorta di un lavoro capitale di P. BURKE, La fortuna del «Cortegiano». Baldassarre Castiglione e i percorsi del Rinascimento europeo, tr. it., Roma, Donzelli, 1998), dando ovviamente per scontato che la diffusione e la conoscenza dell’italiano in età rinascimentale a livello europeo favoriva sia la lettura diretta di quelli che si riconoscono immediatemente come nuovi “classici”, sia la stampa in italiano presso centri editoriali stranieri: si pensi a Lione, per esempio alle edizioni di Castiglione qui pubblicate fra il 1553 e il 1562.
L’Orlando furioso viene tradotto in francese nel 1543, in spagnolo nel 1549, in inglese nel 1591; per quanto riguarda le traduzioni del Principe, vi è dedicata un’intera sezione (Le prime traduzioni manoscritte e a stampa del «Principe») nel bel volume Il Principe di Niccolò Machiavelli e il suo tempo. 1513 – 2013, Roma, Treccani, 2013. La Storia d’Italia di Guicciardini viene tradotta in francese nel 1568, in inglese nel 1579, in spagnolo nel 1581. Ma anche testi diversi hanno un’ampia circolazione in traduzione: si pensi al trattato di architettura Serlio, tradotto in tedesco nel 1542, in francese nel 1545, in spagnolo nel 1552, in inglese nel 1611; o alla Vita sobria di Alvise Cornaro, interpretato come un trattato di dietetica, tradotto (probabilmente per il tramite della traduzione in latino di Leendert  Leys, alias Leonardus Lessius del 1613) in inglese nel 1634, in francese nel 1646.
Emblematici i casi del Cortegiano pubblicati fra il 1528 e il 1619 in oltre sessanta edizioni in lingue diverse dall’italiano; o quello del Galateo, per cui ricordiamo la traduzione francese del 1562, quella inglese del 1576, quella latina del 1580, cui fanno seguito la versione spagnola del 1584 e tedesca del 1594, che danno la misura della circolazione di un testo destinato a divenire un simbolo della cultura e della civiltà europea di fine secolo.
3.
Analoga indagine andrebbe fatta per le letterature rinascimentali francesi, inglesi, spagnole (e altre?).
Ovviamente in alcune aree molto è già stato fatto. Basterebbe pensare ai  numerosi lavori di J. Balsamo e altri collaboratori sulle traduzioni dall’italiano in francese nel XVI secolo e alla collana «Bibliothèque des traductions de l’italien en français du XVIe au XXe siècle».
4.
Si indicano qui alcuni possibili punti di svolgimento del progetto.
1.
a.I testi tradotti. Analisi linguistica, stilistica, storico-culturale
b..I traduttori. Storia e repertorio dei traduttori nelle diverse lingue
c.Storia e catalogo delle traduzioni
d.I generi delle traduzioni: traduzioni letterarie, storiche, scientifiche, etc.
e. Le tipografie in lingua straniera
2.Studi su singole traduzioni
3.Costituzione di un sito web in cui caricare
- il catalogo delle traduzioni (a partire dai cataloghi specializzati di cinquecentine delle Biblioteche dei vari paesi) e un sub-catalogo organizzato per generi
- l’elenco dei traduttori
- l’elenco dei tipografi che pubblicano traduzioni (controllare se risultano tipografi “specializzati”)
- in formato .pdf le principes di tutte le traduzioni

Prodotti: cataloghi, database, studi critici, edizioni, sito online
Organo, rivista: